Piacenza 6 Ottobre 2016
Oggi, nella sala del consiglio comunale di Piacenza verrà consegnato ad Infonet il marchio slot free. La consegna avverrà in occasione della conferenza stampa nella quale gli assessori alla Legalità Luigi Gazzola ed al Commercio Giorgia Buscarini presenteranno l’iniziativa regionale Slot FreE-R.
Essere slot free è anche una questione di coraggio. Per una azienda o una attività commerciale significa rinunciare ad entrate cospicue e certe, assolutamente legali, che in un periodo di crisi nera come questo, sarebbero ossigeno per molti.
Ma non c’è solo questo aspetto, purtroppo, c’è ben di peggio, c’è il coinvolgimento di organizzazioni criminali spietate ed abilissime ad intrufolarsi in un tessuto imprenditoriale che vive in equilibrio precario.
Lo schema con il quale le mafie si impadroniscono delle aziende lo conosciamo bene: promettono contratti milionari, costringono a fare investimenti, ad aumentare l’indebitamento fino a renderlo insostenibile e poi intervengono per salvare il poveraccio che è caduto in trappola, al quale non resta che curarsi le ferite dopo essere stato estromesso dalla propria azienda.
A noi è capitato che l’Ndrangheta venisse a chiederci di sviluppare macchinette per il gioco d’azzardo.
Ovviamente non si presentò come organizzazione criminale ma si travestì in modo molto credibile da Microsoft, e ci promise entrate faraoniche multimilionarie.
Interrompemmo le trattative solo quando capimmo che fossero realmente gli interlocutori, e fu nel giorno nel quale era prevista la firma del contratto.
Siamo contenti di averlo fatto, di aver resistito al luccichio dei tanti denari promessi, e di aver fatto la nostra piccola parte nell’impedire all’Ndrangheta di avanzare nella conquista del nostro tessuto imprenditoriale.
Infonet è una web agency slot free, significa che non solo da noi non ci sono slot machines, ma che ci rifiutiamo di farle e di metterle on line. Significa che abbiamo rifiutato di farlo nel passato e che eviteremo di farlo nel futuro.
Significa che da noi non c’è spazio né per i gruppi ndragnhetisi che tentano di controllare questo mercato sul nostro territorio, né per i colletti inamidati che si arricchiscono, purtroppo legalmente, ai danni della povera gente.
Ma se, a suo tempo, ci siamo sentiti soli ed impauriti quando dicemmo il nostro no a chi ci chiedeva di sviluppare le slot, oggi ci sentiamo ancor più terribilmente turbati.
Venire a ritirare una Vetrofania celebrativa, per quel che ci riguarda, di un atto di coraggio, il giorno dopo l’annuncio che il nuovo sponsor delle nazionale di calcio sarà la multinazionale delle scommesse on line INTRALOT, suona come minimo molto sonato.
Se le istituzioni, schierate dichiaratamente contro il gioco d’azzardo, con la mano sinistra cancellano quel che fanno con la destra, allora siamo di fronte ad un baratro.
Diverso sarebbe se si stigmatizzasse ufficialmente, con un atto del consiglio comunale, la scelta della Nazionale Italiana di Calcio di farsi sponsorizzare da costoro, e se si deliberasse il veto di giocare sul territorio comunale alla nazionale fin quando sarà sponsorizzata da un operatore del gioco d’azzardo.
Senza atti formali ogni parola, suona vuota di significato.
Perché ora le istituzioni si limitano a dare un premio di consolazione celebrativo del nulla a chi si ostina a rompere le scatole su una questione spinosa e molto redditizia, ad un business che conviene a troppi e che sottende interessi enormi, anche e soprattutto criminali, e dai quali è opportuno prendere le distanze con atti formali e non solo con le parole.
La Nazionale di Calcio dovrebbe essere un ambasciatore delle bellezze delle eccellenze del nostro paese, non lo spazio pubblicitario di una multinazionale del gioco d’azzardo.