Il dialetto è il mio solito, ovvero quello che il mio amico friulano Flavio Burello ha definito dialetto in stampatello, per significare la sua comprensibilità.
In ogni caso, anche con parecchi termini presi in prestito o addomesticati, è pur sempre una parlata dialettale usata per far del marketing territoriale.
Il video è rivolto soprattutto a quei piacentini lontani, la cui nostalgia speriamo di lenire e coccolare mostrando loro la città e soprattutto, facendo loro sentire la nostra parlata, sgraziata nelle erre, sibilata nelle esse, ma bellissima per chi la sente da quando è nato.
In questo video il volo sulla città, dopo una messa a fuoco di piazza Cavalli, si sposta su palazzo Farnese, passa sulla galleria Ricci Oddi, sorvola via venti settembre (strà dritta) e fa un giro attorno al liceo Scientifico Respighi.
Piacenza è splendida: un tessuto urbano che prende forma nell’epoca romana, si consolida e si espande in epoca medioevale, subisce i bombardamenti nella seconda guerra mondiale e risorge nel dopoguerra, con qualche scempio, ma con decenza e decoro.
Come su una lastra di ferro abbandonata allo scempio del tempo, qua e là compaiono macchie di ruggine, ma queste non fanno altro che accrescere il fascino di una città antichissima, abitata da quasi 2000 anni.